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Famiglia Eltz

Ritratti di membri della famiglia Eltz degli ultimi sei secoli.

Per ulteriori informazioni sulla famiglia Eltz, vedere Storia della costruzione e Nove secoli di storia europea nel capitolo Storia.

Responsabili in ogni occasione

La vita e le azioni della Casa di Eltz sono sempre state determinate dalla famiglia, dalla Chiesa, dai doveri cavallereschi, dalle persone e dai beni ad essa legati, e dalla necessità di essere responsabili in ogni occasione.

 La famiglia ha sempre avuto un ruolo importante nella storia secolare della Casa di Eltz. Sia al tempo della «ganerbschaft» (vedere «Storia della costruzione») o più tardi, quando costituiva una forma di alleanza con i suoi vicini, la famiglia nel senso più ampio della parola ha permesso alla famiglia Eltz di sopravvivere ai secoli e ai problemi fino ai giorni nostri. Ciò era dovuto in particolare alla Carta di Eltz (Burgfriedensbriefe), che stabiliva le regole della vita in comune e gli obblighi di ogni membro della famiglia. 

Fino all’abolizione del Sacro Romano Impero nel 1806, i membri della Casa di Eltz erano uniti sia dalla loro concezione cristiana della famiglia che dal dovere feudale di lealtà e protezione reciproca. Questo dovere si applicava a chiunque lo invocasse nel castello e nelle terre signorili. 

Due membri della famiglia Eltz, Giacomo III (1510 - 1581, arcivescovo ed principe elettore di Treviri) e Filippo Carlo (1665 - 1743, arcicancelliere del Sacro Romano Impero, arcivescovo ed principe elettore di Magonza), erano influenti non solo nel castello, ma anche nei principati ecclesiastici di Treviri e Magonza, e in tutto il Sacro Romano Impero. Inoltre, entrambi si sono assunti la responsabilità personale della conservazione del loro castello ancestrale. 

I signori e i conti di Eltz hanno sempre cercato di mantenere il loro castello affinché le loro famiglie e il pubblico potessero godere di questo eccezionale patrimonio culturale. Il castello è aperto al pubblico dal 1820, e nel frattempo molti visitatori famosi sono venuti qui per scoprire questa icona del Romanticismo. 

Dal XII secolo, il castello appartiene al figlio maggiore della Casa di, l’attuale capo del castello è Johann-Jakob Graf zu Eltz. I suoi genitori, Sophie Gräfin zu Eltz e il Dr. Karl Graf zu Eltz, che hanno assunto la gestione del castello dopo la morte del padre del conte Karl nel 2006, lo hanno consegnato al loro figlio nel 2018, mantenendo così il castello nella famiglia per trentaquattro generazioni. 

Il team del castello — Una storia di successo del Medioevo

I doveri imposti dalla «ganerbschaft» e della Carta di Eltz hanno dato vita a una comunità che per secoli ha giocato un ruolo decisivo nella sopravvivenza e nella conservazione del castello.

Il fatto che il castello di Eltz sia sopravvissuto nei secoli senza grandi problemi è dovuto alla buona sorte, a vari sforzi diplomatici e a un’intelligente politica familiare. Le istituzioni feudali e la Carta di Eltz (Burgfriedensbriefe) assicuravano un rapporto equilibrato all’interno della famiglia e con il personale del castello. 

Migliaia di altri castelli caddero gradualmente in rovina quando la nobiltà perse interesse per loro a partire dal XVIII secolo. L’obbligo di mantenere gli edifici, come stabilito dalla Carta di Eltz, insieme all’impegno del personale, ha garantito la sopravvivenza del castello nei periodi in cui era minacciato. 

L’obiettivo oggi non è più quello di difendere un territorio, ma di continuare a preservare le mura e accogliere i visitatori. Dato che i membri della Casa di Eltz non vivono più nel castello da molto tempo, questo compito è ora responsabilità degli amministratori, che rappresentano gli interessi della famiglia sul posto e gestiscono i locali giorno per giorno. 

Sono assistiti nel loro lavoro da un team di circa cento persone in alta stagione, tra cui facchini, guide, camerieri di ristoranti, commessi e autisti del bus navetta tra il castello e il parcheggio. La maggior parte di questi impigati provengono dalla zona circostante e alcuni appartengono a famiglie che lavorano al castello da due o tre generazioni.  

Tutti i membri della squadra sono radicati nella regione, si identificano con il «loro castello» e fanno parte della famiglia più ampia. Tutti contribuiscono a ciò che ha sempre reso Eltz speciale: un bel posto che accoglie chiunque venga qui con intenzioni pacifiche. 

Ospiti illustri

Nei suoi nove secoli di storia, il castello di Eltz ha spesso accolto ospiti illustri, tra cui teste coronate, capi di stato e famosi pensatores, pittori e poeti.

Il primo visitatore famoso fu un ospite sgradito: Baldovino di Lussemburgo, principe elettore di Treviri, fratello dell’imperatore Enrico VII e prozio dell’imperatore Carlo IV, che venne senza invito... e bombardò il castello con cannoni e i trabucchi nel 1331. 

Fortunatamente, gli ospiti successivi erano più pacifici nelle loro intenzioni. 

Questi includevano: 

L’imperatore Guglielmo I e suo figlio il principe ereditario, poi Federico III, conosciuto come «l’imperatore dei 99 giorni», così come l’imperatore Guglielmo II, soggiornarono spesso a Eltz come amici personali del conte. 

Il granduca e la granduchessa del Lussemburgo, così come la principessa del Liechtenstein e il presidente federale Karl Carstens, hanno partecipato all’inaugurazione della Sala del Tesoro. 

Il poeta francese Victor Hugo ci ha lasciato un resoconto entusiasta del suo soggiorno al castello. 

Il pittore britannico William Turner, che ha contribuito a far nascere l’amore dei romantici per la regione del Reno, visitò più volte il castello di Eltz e lo dipinse da varie prospettive 

Tre presidenti federali, Karl Carstens, Horst Köhler e Christian Wulff, hanno onorato Eltz con le loro visite, così come due First Ladies americane, Lady Bird Johnson e Rosalynn Carter

Vale la pena menzionare anche Carlo XVI Gustavo di Svezia e sua moglie la regina Sylvia, che hanno visitato il castello di Eltz nel 2019.  

Lo sapevi?

Un gran numero di figure storiche e di eventi poco conosciuti sono associate al castello e la Casa di Eltz che saranno presentate in questo capitolo.

Origine del nome «Eltz» 

Etimologia — Il cognome «Eltz» si riferisce al toponimo «Elzbach», il nome del fiume che proviene dall’alto tedesco antico Els o Else che significa «ontano», una varietà di albero frequente lungo i corsi d’acqua. Va notato che il fiume era chiamato «Alisontia» in epoca romana, questo termine latino probabilmente deriva da una parola celtica.  

Eltz, «il castello delle banconote da 500 marchi» 

Valore — Il castello di Eltz era riprodotto dal 1961 al 1995 sulle banconote da 500 marchi. 

Il amministratori e la sua funzione 

Responsabilità — La gestione dei castelli è sempre stata affidata agli amministratori. Fino al 1786, c’erano tre amministratori a Eltz, uno per ogni ramo della famiglia, poi ce ne furono due fino al 1815 e da allora ce n’è solo uno, dato che tutto il castello appartiene al ramo Eltz-Kempenich.  
Angelika Nelius e Stefan Ritzenhofen, gli attuali amministratori, gestiscono insieme il castello e le attività turistiche e si occupano della manutenzione quotidiana degli edifici. 

Francobollo 

Posta — Il castello appare su un francobollo da quaranta pfennig compreso nella serie dei castelli emessa dal 1977 al 1982. In quegli anni si poteva affrancare una cartolina con quel francobollo. 

Maschere da buffoni 

Saggezza — Maschere da buffoni adornano le pareti della Sala dei Cavalieri, una stanza un tempo utilizzata per le riunioni di famiglia. Dato che nel Medioevo il buffone poteva dire qualsiasi cosa senza temere conseguenze, queste maschere simboleggiano la libertà di parola di cui godono le persone riunite in questa stanza. Inoltre invitano i presenti a non prendersi troppo sul serio, poiché la saggezza e la follia, la virtù e il vizio erano molto vicini nell’immaginazione del Medioevo.  

Rosa del silenzio  

Confidenzialità — I boccioli di rosa nella Sala dei Cavalieri e sul letto a baldacchino nella camera da letto della casa Rübenach simboleggiano la riservatezza a cui si impegnavano le persone riunite in queste due stanze. 

Carta di Eltz  

Legge fondamentale — Nel 1268, i fratelli Elia II, Guglielmo II e Teodorico divisero tra loro il castello Eltz e le sue proprietà associate sulla base di una «ganerbschaft» — una forma di comproprietà medievale. Dato però che il castello formava una comunione ereditaria indivisibile, si rese necessario regolare in dettaglio i rapporti reciproci dei tre rami della famiglia («col leone d’oro», «col leone d’argento» e «con le corna di bufalo») con un codice giuridico (Burgfriedensbriefe) redatto nel 1323 e modificato nel 1430, 1481 e 1556. 

Questa carta prevedeva multe e sanzioni per i membri della famiglia che la violavano. Per esempio, si legge: «In caso di omicidio intenzionale commesso nel castello di Eltz o nei territori da esso dipendenti, il colpevole sarà espulso senza indugio, e lui e i suoi discendenti perderanno tutti i diritti sul detto castello, a meno che non paghi agli eredi della vittima la somma da loro richiesta». Questa legge di base per il castello di Eltz regolava anche le conseguenze di altri crimini, misfatti e cattiva condotta in dettaglio. 

Poiché i signori di tutto il Sacro Romano Impero erano obbligati ad ospitare per un anno al massimo quei nobili e il loro entourage che venivano da loro senza intenti ostili, la Carta di Eltz stabiliva chiaramente la «tariffa» applicabile: «Un principe che viene ricevuto nel castello deve, prima di essere accettato, pagare all’amministratore generale la somma di quaranta fiorini di Magonza per coprire le spese del suo soggiorno. Questa somma sarà completata da due balestre che rimarranno nel castello e da un fiorino pagato a ciascuno dei due custodi. Un conte o un barone pagherà venti fiorini, una buona balestra e un fiorino a ciascuno dei custodi, un cavaliere o un paggio sei fiorini più uno a ciascuno dei custodi. Il denaro così raccolto sarà utilizzato per la manutenzione generale del castello.» 

La Carta di Eltz consisteva quindi in più di una dozzina di articoli che trattavano questioni economiche e definivano le regole della convivenza. Fu modificata diverse volte e rimase in vigore fino al 1815, quando la «ganerbschaft» fu sciolta dopo che il ramo Eltz-Rübenach «col leone d’argento» vendette i suoi diritti al ramo Eltz-Kempenich «col leone d’oro», che divenne l’unico proprietario del castello, poiché il ramo Eltz-Rodendorf «con le corna di bufalo» si era estinto nel XVIII secolo e il suo patrimonio era passato ai Kempenich. 

La Prammatica Sanzione 

Eredità — La Prammatica Sanzione è un atto firmato il 19 aprile 1713 dall’imperatore Carlo VI, che stabilì l’unità e l’indivisibilità dei possedimenti ereditari degli Asburgo. Rompendo con la Legge Salica, secondo la quale solo un maschio poteva ereditare i beni della Casa d’Austria, questa nuova regola stabilì il principio della primogenitura per cui, in assenza di eredi maschi, la successione doveva andare alle figlie del defunto Asburgo. 

Maria Teresa, la figlia maggiore di Carlo VI, fu la prima a beneficiarne. Ma sebbene avesse ereditato i beni di suo padre, non poteva succedergli come imperatore, poiché questa dignità era riservata agli uomini. Ciononostante, Maria Teresa divenne imperatrice consorte nel 1745 quando suo marito, Francesco di Lorena, fu eletto imperatore del Sacro Romano Impero come Francesco I. Maria Teresa restò la personalità dominante in questo legame, e i suoi discendenti furono d’ora in poi chiamati Asburgo-Lorena. 

Filippo Carlo Eltz, arcicancelliere del Sacro Romano Impero e principe elettore di Magonza dal 1732 al 1743, non risparmiò gli sforzi per assicurare che la nuova regola di successione fosse accettata dai principi sovrani dell’impero. La Prammatica Sanzione fu accettata definitivamente nei rapporti internazionali nel 1748 dal Trattato di Aquisgrana, che pose fine alla Guerra di Successione Austriaca, e rimase in vigore fino all’abolizione della monarchia in Austria nel 1918.