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Storia del castello di Eltz e della famiglia

Storia della costruzione

Il castello che domina il ruscello Elzbach esisteva già nel 1157, quando un certo Rodolfo «del castello di Eltz» firmò un documento con il sigillo dell’imperatore Federico I Barbarossa come testimone. Dopo che i pronipoti di Rodolfo divisero il castello tra di loro nel 1268 e concordarono una «ganerbschaft» per regolare la coabitazione dei vari rami della Casa di Eltz, i loro discendenti ampliarono l’edificio per cinque secoli nell’unica direzione consentita dalla topografia, cioè verso l’alto. I conti di Eltz-Kempenich divennero gli unici proprietari nel 1815, quando il ramo di Eltz-Rübenach vendette i suoi diritti sul castello.

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1157  

Il nome «Rodolfo [del] castello di Eltz» appare per la prima volta in un documento con il sigillo dell’imperatore Federico Barbarossa. I cinque piani inferiori del mastio romanico Platt-Eltz (n° 7 sulla pianta del castello) risalgono a questo periodo.

1268  

I pronipoti di Rodolfo, Elia, Guglielmo e Teodorico di Eltz si accordano per una «ganerbschaft» (una forma medievale di proprietà congiunta), il che significa che i loro discendenti erediteranno e vivranno insieme nel castello. Questo contratto segna la divisione della Casa di Eltz in tre rami separati: «col leone d’oro» (futuri conti di Eltz-Kempenich), «col leone d’argento» (attuali baroni di Eltz-Rübenach) e «con le corna di bufalo» (futuri baroni di Eltz-Rodendorf fino all’estinzione del ramo nel 1786).  

1252-1300  

Innalzamento del mastio Platt-Eltz (n° 7) in stile gotico e costruzione della prima casa Kempenich (n° 12) e della Piccola Rodendorf (n° 11) a est del cortile. 

1311-1312  

Costruzione dei cinque piani inferiori della casa Rübenach (n° 5) a ovest del cortile.  

1323  

Prima versione della «Carta di Eltz» (Burgfriedensbriefe) che regola la coabitazione dei proprietari del castello risultante della «ganerbschaft». (Il testo sarà modificato per la prima volta nel 1430.) 

1331–1335 „Faida di Eltz” 

I tre signori di Eltz si uniscono ai loro vicini, i signori di Waldeck, Schöneck e Ehrenburg, per difendere i loro diritti contro Baldovino di Lussemburgo, arcivescovo e futuro principe elettore di Treviri. 

Questa guerra feudale, conosciuta come la «faida di Eltz», si conclude nel 1333 con la resa dei signori di Eltz, che prima erano stati luogotenenti dell’Imperatore, ma ora devono pagare un tributo all’elettore di Treviri. 

1442–1444

Innalzamento della casa Rübenach (n° 5). 

1475

Costruzione della seconda casa Kempenich (n° 11). 

1514-1515  

Costruzione della Grande e della Piccola Rodendorf (n° 14 e 15), edifici di otto piani nello stile allora fuori moda dell’inizio del XIV secolo. Vengono costruiti anche il corpo di guardia (n° 3) e la rimessa della bassa corte (n° 17).  

1567-1581  

Giacomo III di Eltz, arcivescovo e principe elettore di Treviri ha dato un contributo decisivo all’ascesa della Casa di Eltz. A partire dal 1573, il ramo «col leone d’oro» controlla la signoria di Kempenich e sette anni dopo gli viene concesso il titolo ereditario di maresciallo dell’Elettorato di Treviri.
 

1600  

Da questo momento in poi, i membri dei tre rami della famiglia di Eltz si allontanano gradualmente dal castello e vivono principalmente nelle nuove case di città cosiddette «Eltzerhof» a Treviri, Coblenza, Boppard, Magonza, Eltville e Blieskastel. 

1604–1661  

Costruzione di una seconda casa Kempenich (n° 9), una torre a tre piani con un portico alzato di due piani a graticcio nel 1664. 

1650  

Costruzione della terza casa Kempenich (n° 10) a sud-est del cortile. 

1664  

Costruzione della casa dell’Orefice (n° 18) nella bassa corte e modifica della cappella gotica con aggiunta di un bovindo.
 

1689  

Con l’aiuto della popolazione dei villaggi vicini, Giovanni Antonio di Eltz-Üttingen, ufficiale dell’esercito francese, riesce ad evitare la distruzione del castello durante la guerra della Grande Alleanza. 

1732–1743 Filippo Carlo di Eltz, principe elettore di Magonza  

In riconoscimento dei suoi buoni servizi, l’imperatore Carlo VI eleva Filippo Carlo di Eltz, arcivescovo ed principe elettore di Magonza, al rango di arcicancelliere del Sacro Romano Impero e gli concede la signoria di Vukovar, nell’attuale Croazia. La famiglia Eltz ha qui la sua residenza principale fino al 1944. 

1786  

Il ramo Eltz-Rodendorf si estingue per mancanza di discendenti e i suoi diritti sul castello passano al conte di Eltz-Kempenich. 

1792-1794  

Occupazione del castello da parte delle truppe francesi. 

1815  

Il conte Eltz-Kempenich compra la casa omonima dal barone Eltz-Rübenach, diventando così l’unico proprietario dell’intero castello. 

1820  

Con lo sviluppo della prima forma di turismo, personaggi famosi come il poeta francese Victor Hugo, il pittore britannico William Turner e diversi sovrani tedeschi visitano il castello. 

1848-1890  

Lavori di consolidamento e restauro. Nel caso della casa dell’Artigiano (n° 19), questo lavoro si basa sul dipinto che illustra l’albero genealogico del 1680. 

1850-1944  

I conti di Eltz risiedono principalmente in Croazia e soggiornano al castello solo per qualche settimana all’anno. 

1920  

Incendio nelle case Kempenich e sui tetti del mastio Platt-Eltz e delle case Rodendorf. 

1945  

Il castello diventa un museo. 

1961-1995  

Le banconote da 500 marchi mostrano una vista del castello di Eltz. 

1975-1980  

Ampi lavori di restauro e consolidamento delle pareti esterne. 

1981  

Inaugurazione della Sala del Tesoro. 

2009-oggi  

Ampi lavori di restauro di tetti, finestre, interni e pitture murali. 

2018  

Jakob zu Eltz, nato nel 1979, eredita il castello, rimasto nella famiglia per la trentaquattresima generazione consecutiva. 

Nove secoli di storia europea

Eltz è l’archetipo del castello medievale tedesco. Mai distrutto, di proprietà della stessa famiglia per secoli, il castello è ricco di storia e leggende, ed è stato sede di molti grandi personaggi e opere d’arte. Di seguito troverete una panoramica storica con aneddoti e informazioni.

I castelli sono un tipo di architettura militare che apparve in Germania nel IX e X secolo. Queste strutture difensive in pietra, che sostituirono le case padronali protette da un muro di terra e da una palizzata, raggiunsero il loro apice tra la fine dell’XI e la metà del XIII secolo, quando la Casa di Hohenstaufen governò il Sacro Romano Impero. Anche la prima menzione del nome «Eltz» in un documento ufficiale risale a questi tempi difficili. 

1157 

Nell’anno 1157, Rodolfo di Eltz firmò e sigillò una donazione dell’imperatore Federico I Barbarossa. L’edificio che si affaccia sul ruscello Elzbach era allora una residenza di modeste dimensioni, di cui rimangono ancora il mastio Platt-Eltz e i quattro piani inferiori del palazzo romanico, tra cui il più antico camino dipinto della Germania e un arco recentemente scavato, anch’esso con decorazione dipinta. 

Il castello si trova in una posizione strategica tra le montagne dell’Eifel e il fertile Maifeld da un lato e la Mosella dall’altro, che a quel tempo era una delle vie commerciali più importanti del Sacro Romano Impero.  

Il sito è particolarmente ben scelto: circondato su tre lati dal ruscello Elzbach, il castello si trova su uno sperone roccioso ellittico alto circa sessanta metri. La sua architettura segue la topografia, il che spiega la forma irregolare delle singole stanze. 

 

1252-1257  

Costruzione di alloggi per Elia «col leone d’oro» nell’edificio romanico a quattro piani a est del cortile.  

 

1266  

Costruzione di un piano supplementare coronato da merli sul mastio Platt-Eltz appartenente alle tre linee.  

  

1268  

Anche prima di quell’anno, i fratelli Elia «col leone d’oro», Guglielmo «col leone d’argento» e Teodorico «con le corna di bufalo», condivisero il castello e le sue proprietà associate accordandosi per una «ganerbschaft» — una forma medievale di comproprietà, il che significa che i tre rami della Casa di Eltz possedevano congiuntamente il castello e da allora in poi avrebbero vissuto lì. 

Nella seconda metà del XIII e all’inizio del XIV secolo furono eseguiti importanti lavori al castello, probabilmente in risposta alla nuova situazione risultante dalla spartizione del castello.  

1299–1312

Costruzione della Piccola Rodendorf da parte di Teodorico «con le corna di bufalo» 

 

1311–1312

Costruzione dei quattro piani inferiori della torre che forma l’attuala casa Rübenach da parte di Giovanni «col leone d’argento». 

 

1323

Fu adottata una carta che mirava all’armonia tra le varie famiglie che vivevano nel castello (Burgfriedensbriefe). Modificata nel 1430, 1581 e 1556, rimase in vigore fino al 1815. 

 

1331–1335: la «faida di Eltz» 

Per contrastare le mire espansionistiche di Baldovino di Lussemburgo, arcivescovo e principe elettore di Treviri, i tre signori di Eltz unirono le forze con altri nobili locali e intrapresero una campagna di ostilità che la storia ha chiamato la «faida di Eltz». Fu in questo contesto che nel 1331 ebbe luogo il primo attacco di cannoni a nord delle Alpi. Quando questo non ebbe successo, le truppe dell’arcivescovo assediarono il castello, costruirono il mastio Trutzeltz (le cui rovine si possono vedere ancora oggi) e installarono dei trabocchetti. I signori di Eltz capitolarono nel 1333 e fecero pace con Baldovino due anni dopo. 

Le fortificazioni furono poi rase al suolo, ma il castello stesso rimase una «casa forte». Questo episodio fu l’unica guerra che interessò Eltz, e la pace che seguì durò per secoli grazie a un’abile diplomazia, una politica di intelligenti alleanze familiari e l’occasionale ma preziosissimo appoggio della popolazione circostante. 

 

1441-1472 

Furono eseguiti lavori nella casa Rübenach: costruzione di due piani supplementari, l’attuale struttura del tetto e una scala sulla facciata nord (1444), esecuzione di magnifici dipinti murali su richiesta di Lancillotto e Guglielmo «col leone d’argento» (1472). 

Nota: il nome «Rübenach» deriva dall’omonima prepositura nelle vicinanze di Coblenza, che Riccardo «col leone d’argento» acquistò nel 1277. 

Con le sue torri poligonali a graticcio, il suo bovindo su due colonne di basalto e la sua sporgenza dietro la quale si trova un magnifico oratorio tardo-gotico, la casa Rübenach presenta elementi architettonici ricchi e variati sulla sua facciata verso il cortile.  

 

1475

Costruzione di una seconda torre residenziale di quattro piani a sud-est del palazzo romanico da parte di un membro della famiglia «col leone d’oro» (parte delle attuale case Kempenich).

 

1490-1515 

Costruzione della Grande Rodendorf, una casa adiacente alla Piccola Rodendorf che alla fine sarà rialzata di quattro piani. Questa casa incorpora un’antica cappella con una magnifica volta a stella in stile tardo gotico costruita nel 1470 (l’attuale Sala delle Bandiere) e ha un portico a volta che poggia su tre pilastri. 

Costruita per ordine di Filippo di Eltz e Pyrmont all’inizio del Rinascimento, la Grande Rodendorf è insolita in quanto è ancora nello stile gotico in voga intorno al 1330 e ha facciate non intonacate nel cortile. Anche la rimessa nella bassa corte e il corpo di guardia risalgono allo stesso periodo. 

Nota: il nome «Eltz-Rodendorf» ha origine dal matrimonio di Giovanni Adolfo di Eltz e Caterina di Brandscheid-Rodendorf, celebrato nel 1563, che portò la famiglia Eltz a possedere la signoria lorenese di Château-Rouge («Rodendorf» in tedesco antico), situata nel baliato di Bouzonville. 

1510 bis 1581: Giovanni Giacomo di Eltz, principe elettore di Treviri

La nobile Casa di Eltz si distinse nei principati ecclesiastici di Treviri e Magonza, ai quali diede più di settanta monache e prelati nel corso di quattro secoli. La storia ricorderà soprattutto il nome di Giovanni Giacomo di Eltz (1510–1581), uno dei più grandi governanti dell’Elettorato di Treviri. 

Dopo aver studiato a Lovanio, fu nominato canonico della cattedrale di Treviri il 15 settembre 1525 e ne divenne arciprete il 13 ottobre 1547. Dal 1564 fu rettore dell’università e divenne arcivescovo e principe elettore di Treviri con il nome di Giacomo III quando il capitolo della cattedrale, riunito a Coblenza, lo elevò a questa carica tre anni dopo. 

Come uno dei principali leader della Controriforma, Giovanni Giacomo di Eltz si affidò ai gesuiti per portare avanti il suo lavoro. Ma Treviri era allora in mano ai luterani e ai calvinisti, quindi dovette governare i suoi stati dalla vicina città di Wittlich. Solo il 27 maggio 1580, dopo tredici anni di dure trattative e persino di combattimenti, poté entrare a Treviri tra il plauso della popolazione, che gli giurò fedeltà e obbedienza. Morì il 4 giugno dell’anno successivo. 

 

1573 

Giacomo III conferisce il feudo di Kempenich nelle montagne dell’Eifel ad Antonio «col leone d’oro», i cui discendenti porteranno d’ora in poi il nome Eltz-Kempenich.

 

1580 

Giacomo III conferì ad Antonio il titolo di maresciallo, comandante in capo dei cavalieri dell’Elettorato di Treviri. Questo titolo rimase alla famiglia di Eltz-Kempenich fino al 1803, quando l’Elettorato fu abolito.  

 

1604-1661 

Il palazzo romanico e i suoi annessi furono alzati da uno a tre piani, principalmente a graticcio, per formare le attuali case Kempenich a sud-est del cortile. Una cisterna fu costruita anche sotto l’imponente torre delle scale per fornire acqua al castello. 

L’entrata principale delle case Kempenich è un portico con due pilastri ottagonali di basalto che sostengono un bovindo. Sugli archi del portico c’è una doppia iscrizione («BORGTORN ELTZ 1604» e «ELTZ-MERCY») che si riferisce all’inizio della modernizzazione e ampliamento del palazzo romanico e ai suoi committente. 

I lavori, interrotti dalla guerra dei Trent’anni, furono ripresi a metà del XVII secolo su iniziativa di Giovanni Giacomo di Eltz e di sua moglie, Anna Elisabetta di Metzenhausen, che ordinarono la costruzione di un’ulteriore torre di quattro piani a sud-est delle case Kempenich. Lo stemma della coppia appare sulle chiavi di volta del portico (1651) e — sotto forma di un magnifico stemma barocco — sotto la finestra centrale del bovindo (1661). Si trovano anche sul cancello in ferro battuto della sala del piano terra e sulla ringhiera della terrazza. 

Dopo più di cinque secoli di costruzione, il castello di Eltz forma un insieme architettonico armonioso che riflette tutti gli stili dall’arte romanica al primo Barocco. È un castello concentrico con circa cento stanze nelle sue otto case, raggruppati intorno a un cortile di modeste dimensioni. Circa cento membri della famiglia Eltz e altrettanti servitori vivono qui. 

 

1624 

Giovanni Giacomo di Eltz ricoprì anche una posizione importante nel principato ecclesiastico di Treviri: promosso maresciallo il 15 giugno 1624, divenne, come suo nonno, comandante in capo dei cavalieri dell’Elettorato in tempo di guerra e poté trasmettere questa funzione ai suoi discendenti. 

 

1647-1648 

Federico di Eltz, inviato del principe elettore di Magonza alla conferenza di pace di Münster, agisce con grande energia e successo nell’interesse dei principi ecclesiastici, al punto che l’imperatore Ferdinando III lo ricompensa con una grande somma di denaro e conferma a lui e ai suoi discendenti il titolo nobiliare detenuto da secoli dalla famiglia. (Il suo ritratto si trova nella sala delle cerimonie del municipio di Münster, dove nel 1648 furono firmati i trattati di Vestfalia che misero fine alla guerra dei Trent’anni).   

 

1665–1743 : Filippo Carlo di Eltz, principe elettore di Magonza

Filippo Carlo di Eltz, principe elettore di Magonza e arcicancelliere del Sacro Romano Impero, portò la Casa di Eltz all’apice del suo potere politico. Nato nel 1665, entrò nel seminario «Germanicum et Hungaricum» di Roma all’età di ventuno anni. Cantore della cattedrale di Magonza, arcidiacono di Treviri e canonico di entrambe le cattedrali, sostenne Francesco Giorgio di Schönborn, il candidato dell’imperatore, quando si dovette mettere un nuovo principe a capo dell’Elettorato di Treviri nel 1719. 

Nel 1732, Filippo Carlo fu eletto all’unanimità principe elettore di Magonza, diventando così il più potente leader cattolico a nord delle Alpi. Inoltre, come arcicancelliere del Sacro Romano Impero, fu chiamato a presiedere la Dieta di Ratisbona, dove si affermò come la persona più potente dopo l’imperatore. Questa posizione gli permise di imporre la Prammatica Sanzione, che permise all’arciduchessa Maria Teresa di ereditare tutti i possedimenti della Casa d’Austria, anche se questo era teoricamente impossibile secondo la Legge Salica. 

Durante la maggior parte del suo regno, Filippo Carlo di Eltz difese gli interessi dell’imperatore Carlo VI d’Asburgo, formando un’alleanza con i Elettorati di Treviri e Hannover contro la Baviera. Tuttavia, sotto la forte pressione della Francia, sostenne Carlo Alberto di Wittelsbach, duca di Baviera, che fu eletto imperatore nel 1742 con il nome di Carlo VII. Filippo Carlo di Eltz morì l’anno seguente rimpiangendo il suo sostegno alla Casa di Wittelsbach, che fu considerato un tradimento dalla Casa d’Austria.  

 

1688–1689 

Le truppe di Luigi XIV di Francia distrussero la maggior parte dei castelli della regione del Reno durante la guerra di Successione del Palatinato. Tuttavia, Giovanni Antonio di Eltz-Üttingen riuscì a mantenere intatto il castello perché, essendo entrato al servizio dei francesi come ufficiale superiore, fece rimuovere Eltz dalla lista delle fortezze da distruggere. Quando, nonostante questo accordo, i soldati francesi si avvicinarono al castello, gli abitanti di Müden usarono uno stratagemma per impedire i saccheggi: attirarono i saccheggiatori in un campo di grano maturo e gli diedero fuoco.

1733 

L’imperatore Carlo VI conferì al ramo Eltz «col leone d’oro» il titolo di conte palatino dell’impero per i servizi resi alla corona durante le guerre di religione e le Guerre ottomano-asburgiche. I rappresentanti della Casa di Eltz godevano così di numerosi privilegi e potevano, in particolare, liberare i servi della gleba, conferire titoli nobiliari in nome dell’imperatore, nominare notai, giudici e cancellieri, legittimare i figli naturali e concedere ai popolani l’uso di stemmi. 

 

1736 

I possedimenti della Casa di Eltz erano principalmente nelle montagne dell’Eifel, alla confluenza dei fiumi Reno e Mosella, nei principati ecclesiastici di Treviri e Magonza. Oltre a queste vaste proprietà, nel 1736 fu acquisita la signoria di Vukovar in Croazia. I conti di Eltz vi stabilirono presto la loro residenza principale e rimasero lì fino alla loro espulsione nel 1944. 

 

1794-1818 

Durante l’occupazione francese della riva sinistra del Reno nel periodo rivoluzionario, Ugo Filippo di Eltz-Kempenich, allora conosciuto come «il cittadino Conte di Eltz», fu inizialmente considerato un nobile emigrante, così che il suo castello e i suoi possedimenti sul Reno e nelle vicinanze di Treviri furono posti sotto l’autorità del comandante della città di Coblenza. Tuttavia, divenne presto evidente che Ugo Filippo non era emigrato e che era rimasto a Magonza, così che nel 1797 riottenne l’uso della sua proprietà sulla riva sinistra del Reno, che era allora sotto il dominio francese. 

 

1815 

Il conte Ugo Filippo comprò la casa Rübenach e tutte le proprietà terriere associate, ripristinando così l’unità dell’insieme, poiché gli Eltz-Kempenich avevano già ereditato il ramo Eltz-Rodendorf dopo la sua estinzione nel 1786.  

Ugo Filippo di Eltz-Kempenich morì tre anni dopo e fu sepolto nel castello secondo le sue ultime volontà. 

 

1811-1844 

Nel 1811, Amerigo, il figlio maggiore del conte Ugo Filippo, rinunciò ai suoi diritti sui possedimenti di famiglia in Germania in cambio dei diritti sui possedimenti di Vukovar. Come diplomatico al servizio dell’imperatore, fu incaricato nel 1817 di accompagnare l’arciduchessa Leopoldina a Rio de Janeiro, dove doveva sposare Dom Pedro, il futuro imperatore del Brasile. In questa occasione, il conte Amerigo fu circondato da scienziati austriaci che guidarono la prima spedizione botanica mai realizzata in queste terre.  

Amerigo di Eltz morì senza un erede maschio nel 1844 e quindi i suoi possedimenti in Croazia caddero a suo fratello Giacomo, che già deteneva i possedimenti della famiglia di Eltz in Germania e aveva sposato Anna Maria Wambolt di Umstadt. Come suo padre prima di lui, Giacomo di Eltz divise il suo patrimonio tra i suoi due figli: Ugo, il maggiore, ereditò Vukovar, mentre il castello di Eltz e i possedimenti tedeschi andarono a Carlo, il minore.  

 

1848  

Ugo di Eltz, sposo della contessa Ludovina Pejačević, fu scambiato per una spia e assassinato al confine austriaco nel 1848, durante i disordini in Ungheria, mentre arrivava da Vukovar. Poiché gli assassini non furono perseguiti, suo fratello Carlo si allontanò dalla corte imperiale di Vienna e si trasferì più vicino a Berlino. Poiché anche Ugo morì senza discendenti maschi, Carlo fu il suo erede e unì così i domini tedeschi e croati della Casa di Eltz.  

 

1844-1888 

In epoca romantica, con il crescente interesse per il Medioevo, il conte Carlo si mise a restaurare il castello dei suoi antenati. L’opera, iniziata nel 1845 e completata nel 1888, è costata ben 184.000 marchi, l’equivalente di circa quindici milioni di euro. Il conte procedette al restauro con intelligenza, avendo cura di rispettare il patrimonio costruito. Mantenne un’intensa corrispondenza con il Germanisches Nationalmuseum, che gli diede preziosi consigli. Questo gli ha permesso di evitare gli errori che spesso si commettevano nei restauri del XIX secolo a causa della moda dell’epoca, in modo che gli specialisti del XXI secolo possono ancora apprezzare il risultato. 

 

1848–1944 

Dopo la morte di Ugo nel 1848, suo fratello Carlo trasferì la sua residenza principale in Croazia e nel 1853 sposò la contessa Ludovina, vedova del suo defunto fratello.  

Il suo coinvolgimento nel restauro del castello di Eltz e la sua nomina a amministratore del castello di Bad Homburg da parte del principe Federico di Prussia portarono a frequenti visite con la sua famiglia al suo castello ancestrale e all’Eltzer Hof di Eltville sul Reno.  

Dopo la morte di Ludovina nel 1889 e quella di Carlo undici anni dopo in un incidente di carrozza, la Casa di Eltz prese le distanze dalla Prussia e favorì i contatti con la monarchia austro-ungarica. Di conseguenza, i membri della Casa di Eltz si fermarono al castello di Eltz e all’Eltzer Hof solo per alcune settimane all’anno, una situazione che durò fino al 1944. Durante questo periodo, gli amministratori che vivevano a Moselkern gestivano il castello ancestrale e l’Eltzer Hof di Eltville, mentre gli amministratori vivevano nel castello, lo curavano e offrivano visite guidate ai turisti che ne avevano fatto richiesta per iscritto.

1900-1906 

In soli sei anni, il figlio maggiore di Carlo e Ludovina, Giacomo, fece ristrutturare il tetto della cappella del castello di Eltz e ampliare sia l’Eltzer Hof che il castello di Vukovar. Morì nel 1906, e sua moglie, la principessa Maria Lobkowicz, morì quando fu costretta a lasciare la Croazia nel 1945.   

 

1906-1922 

Carlo di Eltz, il figlio maggiore di Giacomo e Maria, aveva solo dieci anni quando suo padre morì, e i possedimenti della Casa di Eltz furono gestiti da Ervino, il fratello del defunto, fino a quando il conte Carlo divenne maggiorenne nel 1917. Poco dopo, sposò la principessa Sofia di Löwenstein-Wertheim-Rosenberg, allora diciottenne, che gli diede due figli. Quando il conte Carlo ebbe un incidente nel 1922, all’età di ventisei anni, le proprietà della Casa di Eltz furono nuovamente messe sotto tutela.  

 

1920 

Il 20 settembre 1920, un incendio di un camino distrusse parte delle case Kempenich e i tetti del mastio Platt-Eltz e delle case Rodendorf. L’inflazione in Germania in quel periodo ridusse notevolmente il valore dei pagamenti assicurativi, mentre il rigido controllo della valuta rese praticamente impossibile trasferire fondi dalla Croazia, così che le riparazioni non furono completate fino alla metà degli anni 1930.  

 

1922-1982  

Sofia, vedova di Carlo di Eltz, gestì i possedimenti della famiglia da Vukovar fino alla sua espulsione dalla Croazia nel 1944, e poi a Eltville fino al 1953, quando si ritirò nell’abbazia benedettina di Santa Ildegarda. Il suo caloroso sostegno ai molti tedeschi espulsi dalla loro regione di origine dopo la Seconda Guerra Mondiale fece sì che la principessa Sofia fosse presto conosciuta in tutto il Rheingau come la «regina degli sfollati».
Come suora benedettina, pubblicò molti libri di successo e morì nel 1982.  

 

1944-1978 

Giacomo di Eltz, figlio di Carlo e Sofia, ha vissuto a Vukovar e Zagabria fino al 1944. Soldato durante la guerra, fu fatto prigioniero dagli americani nel 1945 e internato a Salisburgo. Rilasciato l’anno seguente, sposò la baronessa Ladislaia di Mayr-Melnhof. La coppia si stabilì a Eltville nel 1947 e Giacomo prese in mano il vigneto di famiglia, che era stato trascurato per molti anni, e divenne uno dei principali produttori tedeschi di Riesling a metà degli anni 1970. Allo stesso tempo, Giacomo di Eltz era presidente della federazione dei viticoltori del Rheingau e insegnava diritto del vino all’Università di Magonza.
Nel 1978, ha venduto il suo vigneto, il che ha fatto sì che un’autostrada sulla riva destra del Reno non dovesse passare per Eltville.

 

1976-1982  

Il conte Giacomo e la contessa Ladislaia fanno restaurare le mura del castello e arricchire la Sala del Tesoro con oggetti della collezione di famiglia. L’accoglienza dei visitatori migliorò notevolmente e sempre più turisti vennero al «castello dei 500 marchi». Questo successo è dovuto in particolare al lavoro degli amministratori Dieter e Inge Ritzenhofen, i genitori dell’attuale amministratore del castello di Eltz.  

 

1990-2006  

Nel 1992, Giacomo di Eltz è diventato membro del Parlamento per la sua città natale di Vukovar, dopo che il paese aveva dichiarato la sua indipendenza l’anno precedente. Ha tenuto questa posizione fino al 1999 ed è stato membro della commissione per gli affari esteri. Membro del Consiglio d’Europa, ha promosso con successo il riconoscimento internazionale del suo paese. Onorato con numerose medaglie durante la sua vita movimentata e primo membro della Casa di Eltz ad essere insignito dell’Ordine del Toson d’Oro, è morto nel 2006. 

 

2006–oggi  

Nel 2006, il castello di Eltz è entrato in possesso del conte Karl, il figlio maggiore di Giacomo e Ladislaia, e di sua moglie, Sophie Gräfin Schaffgotsch. Dato che l’edificio era in uno stato precario, la coppia l’ha fatto restaurare nel 2009 con l’aiuto del Dipartimento degli Edifici Storici di Magonza e della Fondazione Tedesca per gli Edifici Storici. I lavori di restauro più estesi dopo quelli del conte Carlo nel XIX secolo hanno riguardato il consolidamento dei tetti e delle facciate a graticcio, nonché il restauro delle finestre, del cortile, dei muri esterni, delle pitture murali e delle attrezzature tecniche. 

2018  

Jakob, il figlio maggiore di Karl e Sophie, eredita il castello di Eltz, che è rimasto nella famiglia dei signori e conti «von und zu Eltz» dalla metà del XII secolo e per la 34a generazione di seguito.
Come esempio vivente, prestigioso e accuratamente mantenuto di castelli medievali, Eltz continuerà nel XXI secolo ad attirare molti visitatori e amanti dell’arte da tutto il mondo.